SURVEY IBAN – rapporto Italia 2024

I Business Angel in Italia nel 2024: dati e numeri

  • Nel 2024 i Business Angel italiani hanno investito in autonomia quasi 75 mln di euro
  • Quasi 3 operazioni su 4 sono avvenute in syndication, con i Business Angel uniti in cordate
  • Oltre metà dei Business Angel italiani afferma di applicare criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento

Nel 2024 i Business Angel italiani hanno effettuato in autonomia 106 operazioni su società target oggetto d’investimento contro le 75 nel 2023), per un totale di 106 deal e 74,5 milioni di Euro investiti (39,3 milioni nel 2023). Continua perciò la forte crescita in termini di ammontare investito e il numero di investimenti che hanno determinato la ripresa del settore post-pandemia nel 2021, anche grazie agli incentivi del Decreto Rilancio, e al consolidamento avuto nel 2022. Il 73% delle operazioni monitorate dalla survey IBAN sono avvenute in syndication, continuando il trend rilevato negli anni precedenti che vede i Business Angel unirsi in cordate per aumentare l’apporto finanziario complessivo, ridurre i costi individuali di transazione e ridurre il rischio unitario in caso di insuccesso dell’operazione.

In particolare, i Business Angel hanno investito in ogni società target circa 100 mila Euro (valore mediano), con un investimento di 30 mila Euro per investitore (valore mediano) e nelle loro operazioni hanno privilegiato le società in fase di startup (61%) rispetto a quelle in fase seed (39%), come nel 2023. Nel 2024 osserviamo perciò una ripresa degli investimenti guidata da una continua concentrazione su progetti imprenditoriali in una fase di maturità maggiore, al fine di diminuire il rischio di fallimento del singolo investimento e del proprio portfolio, e con un taglio minore di investimento. Il settore di maggiore interesse per i Business Angel è anche quest’anno quello dell’ICT su cui si focalizzano il 38% degli investimenti effettuati (valore in aumento rispetto al 28% del 2023).

Il profilo e le caratteristiche del Business Angel tipico rimangono perlopiù stabili nel 2024: il Business Angel italiano ha una età che varia tra 45 e 65 anni (58%), con un livello di istruzione alto o molto alto (la quasi totalità del campione ha ottenuto il titolo di Laurea Magistrale e il 32% un titolo superiore). È affiliato a IBAN, a uno dei BAN territoriali, o a un Club d’investitori nel Nord Italia (85% del campione). Ha un passato professionale principalmente in ruoli dirigenziali (58%). L’84% non svolge a tempo pieno la attività di Business Angel, ma ha anche attività da imprenditore (21%) o libero professionista (32%).

I criteri che, in media, sono stati evidenziati come fattori critici di successo nella valutazione delle aziende target sono: “Potenziale di crescita del mercato” (già primo criterio nel 2023, 2022 e 2021), “Team dei manager” (già nella top 3 nel 2023, 2022 e 2021). In aggiunta, il 57% del campione afferma di applicare criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento (60% nel 2023 e 70% nel 2022), il 9% afferma di approfondire sempre il livello di attenzione ed interesse del team di founder ai fattori ESG (23% nel 2023 e 25% nel 2022) e in aggiunta il 36% dichiara di aver svolto in fase di due diligence approfondimenti ESG (47% nel 2023 e 40% nel 2022). Queste considerazioni in fase di selezione sono determinanti nella decisione di investimento per il 44% del campione. Questa moderata diminuzione dell’interesse per fattori ESG, si riflette nel fatto che il 36% delle aziende target che hanno ricevuto un investimento nel 2024 hanno dato evidenza delle componenti ESG nel proprio Business Plan e nella propria Business Proposition (56% nel 2023).

SURVEY 2016-2023

  • Nel 2023 i business angel italiani hanno partecipato, in autonomia e in syndication con i fondi di Venture Capital, ad operazioni di investimento per un totale di circa 680 mln di euro in startup italiane e in startup estere con founder italiani
  • A 39 mln gli investimenti dei business angel in autonomia nel 2023 distribuiti su 75 operazioni: quasi 1 investimento su 3 supera i 500mila euro
  • Per il secondo anno consecutivo le donne business angel in Italia sono oltre il 20%, con il dato 2023 che si attesta al 22%
  • Il 60% degli investitori applica criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento. Inoltre nel 2023 la metà dei Business Angel ha svolto approfondimenti ESG in fase di due diligence

In uno scenario difficile dell’economia europea i business angel italiani non si sono tirati indietro di fronte alle sfide imposte dal mondo dell’innovazione italiano e hanno garantito un contributo significativo nelle operazioni di investimento in startup. Nel 2023 i BA italiani hanno infatti partecipato – in autonomia o in syndication con i fondi di VC – ad operazioni di investimento per un totale di 678 milioni di euro, in calo rispetto all’ammontare del 2022 (- 58%), ma comunque una somma quasi doppia se si guarda ai dati di appena tre anni fa, quando nel 2020, anno del Covid, la cifra registrata era stata di 376 milioni di euro.

La cifra che i business angel hanno investito in autonomia nelle startup italiane è di poco superiore ai 39 milioni di euro, distribuita su un numero di operazioni leggermente superiore rispetto al 2022 (75 invece di 72). I dati inoltre evidenziano come quasi 1 investimento su 3 realizzato in autonomia dai business angel sia superiore ai 500mila euro, mentre l’importo è superiore ai 200mila euro in quasi la metà delle operazioni.

Si confermano prevalenti per i business angel italiani gli investimenti in syndication con i fondi di VC che rappresentano la quasi totalità delle operazioni monitorate dalla Survey IBAN con l’importo totale che nel 2023 è di 639 mln di euro distribuiti su 117 operazioni complessive.
Da evidenziare anche il dato sulle donne business angel, la cui percentuale, già in crescita nel 2021 e nel 2022, si conferma al di sopra della soglia del 20%, attestandosi a un dato del 22%.

I business angel e gli investimenti in startup italiane: in tre anni la cifra totale è cresciuta dell’80%
Negli ultimi anni il mondo economico e degli investitori è stato toccato da diverse situazioni di crisi che hanno provocato violente oscillazioni nella portata degli investimenti che si è stati in grado di concludere. Tuttavia è innegabile che la tendenza per quanto riguarda l’Italia mostri comunque un segno positivo se parametrata sul medio periodo. Nel 2020, per esempio, erano stati 376 i milioni di euro investiti dai business angel italiani considerando le operazioni in autonomia e accanto a fondi di Venture Capital, mentre nel 2023 questa cifra è di 678 mln di euro, per un +80,3% in tre anni.

Le operazioni che hanno coinvolto i business angel italiani registrate dalla Survey IBAN 2023 sono 192, i dati sulle cifre medie investite dai business angel mostrano come quasi 1 investimento su 3 portato avanti in autonomia dai business angel riguardi cifre superiori ai 500mila euro destinati alle startup target, mentre l’importo è superiore ai 200mila euro in quasi la metà delle operazioni condotte dai soli BA. Il 71% delle operazioni monitorate dalla survey IBAN sono comunque avvenute in syndication, con una media di 11 business angel per deal (rispetto ai 9 del 2022), evidenziando un rafforzamento della tendenza rilevata negli anni precedenti che vede i BA unirsi in cordate per aumentare l’apporto finanziario complessivo, ridurre i costi individuali di transazione e ridurre il rischio unitario in caso di insuccesso dell’operazione. Rispetto allo scorso anno invece diminuisce la presenza di business angel Stranieri che si attesta al 6% sul numero di deal (30% nel 2022).

La quasi totalità dei business angel non vuole diminuire la propria quota di patrimonio dedicata all’investimento in startup 
In una fase di incertezza il rischio per le startup è quello di vedersi sfilare a poco a poco gli investitori che avevano supportato il progetto in una fase di maggiore espansione del contesto generale. Un pensiero che non sembra sfiorare i business angel coinvolti nella Survey IBAN 2024. Il 96% di chi ha risposto al questionario della Survey dichiara infatti di non volere diminuire la propria quota di patrimonio dedicata all’investimento in startup. Un forte segnale di stabilità che segnala una presenza costante e con intenzioni di medio e lungo periodo.

Startup che restano i target privilegiati dagli investitori per le loro operazioni rispetto agli investimenti Seed, con i valori che tornano a distanziarsi dopo l’avvicinamento del 2022: nel 2023 i business angel hanno privilegiato le società in fase di startup (61%) rispetto a quelle in fase seed (39%). In un anno di contrazione generale degli investimenti come il 2023, i business angel decidono quindi di investire in progetti imprenditoriali in una fase di maturità maggiore per diminuire il rischio di fallimento del singolo investimento e del proprio portfolio, a scapito del finanziamento dei progetti nelle primissime fasi di sviluppo.

Il disinvestimento continua ad essere un fenomeno raro tra i business angel. Nel 2023 solo il 6% del campione ha dichiarato di aver effettuato almeno un disinvestimento verificatosi in media 5 anni dopo l’investimento iniziale.

La percentuale di business angel donne per il secondo anno consecutivo è sopra il 20%
Dopo alcuni anni di percentuali sostanzialmente ferme, il 2021 aveva segnato una ripresa verso l’alto della percentuale di business angel donne, con il 2022 che da questo punto di vista ha rappresentato un anno straordinario con la percentuale di BA al femminile al 27%. Il 2023 segna una lieve diminuzione di questo dato che comunque si mantiene sopra il 20%, con la percentuale registrata che è stata del 22%. Un numero non banale se si considera che appena 3 anni fa questo valore era esattamente alla metà di quanto non sia stato rilevato per il 2023.

Chi sono i business angel in Italia nel 2023
I business angel censiti dalla Survey IBAN 2023 in media hanno una età che varia tra 45 e 65 anni (71%), con un livello di istruzione alto o molto alto (la quasi totalità del campione ha ottenuto il titolo di Laurea Magistrale e il 29% un titolo superiore). È affiliato a IBAN, a uno dei BAN territoriali, o a un Club d’investitori nel Nord Italia (54% del campione). Ha un passato professionale principalmente in ruoli dirigenziali (36%).

Il Business Angel medio ha a sua disposizione un patrimonio (escluso il valore della prima casa) tra 500mila e 2 milioni di euro, valore stabile nell’ultimo triennio, e più della metà dei business angel investe meno del 10% di questo in operazioni di angel investing per un portfolio di circa 6 investimenti.

I business angel italiani, i fattori ESG e di impact investing: il 60% degli investitori applica criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento.
Per il terzo anno consecutivo nel 2023 la Survey IBAN ha approfondito il tema, ormai di riferimento per gli investitori, dell’importanza nella decisione di investimento dei fattori ESG e/o di impact investing. Oltra la metà del campione interpellato dalla Survey, il 60% nello specifico, applica criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento. Inoltre il 23% afferma di approfondire sempre il livello di attenzione ed interesse del team di founder ai fattori ESG e il 47% dichiara di aver svolto in fase di due diligence approfondimenti ESG. A livello di importanza che questi temi hanno nella decisione finale di investimento oltre la metà dei BA italiani dichiara che questi temi hanno un’importanza “cruciale”.

I settori di investimento scelti dai business angel: nel 2023 l’Healthcare è al secondo posto dietro l’ICT
Il settore di maggiore interesse per i business angel si conferma essere quello dell’ICT, anche se ci sono altri settori che stanno conquistando sempre più spazio nelle preferenze degli investitori. 
Nel 2023 infatti il 28% degli investimenti è rivolto al settore dell’ICT (Digital consumer services 52%, Enterprise Technologies 48%), a questo settore segue quello dell’Healthcare al 16% con una percentuale quasi raddoppiata rispetto al 2022 quando si era fermata al 9%: numeri che confermano il forte interesse nell’ultimo quinquennio da parte degli investitori verso le startup nel contesto della sanità. Chiude il podio il settore dei Beni di consumo all’8%.

SURVEY 2016-2022